Che cos’è la festa della Candelora e perché la si celebra il 2 febbraio

Già nel Medioevo a Milano si teneva la solenne processione con le candele per ricordare la Presentazione di Gesù al Tempio, avvenuta 40 giorni dopo la sua nascita. I proverbi legati alle previsioni sul bello o cattivo tempo

 

La celebrazione della Candelora nel Duomo di Milano il 2 febbraio, con l’icona della «Madonna dell’Idea» (foto Mourad Balti Touati/LaPresse) La celebrazione della Candelora nel Duomo di Milano il 2 febbraio, con l’icona della «Madonna dell’Idea» (foto Mourad Balti Touati/LaPresse)

«A la Candelora de l’inverna semm foera», recita l’antico proverbio milanese. Ma che cos’è la festa della Candelora, e perché la si celebra il 2 febbraio? La parola Candelora deriva dal latino festum candelarum, festa delle candele. La Chiesa cattolica celebra in questa data la Purificazione di Maria Vergine e la Presentazione di Gesù al Tempio, avvenuta 40 giorni dopo la sua nascita, come prescritto dalla legge di Mosè e narrato nel Vangelo di Luca (Lc 2, 22-39). Contando 40 giorni a partire dal 25 dicembre, si arriva appunto al 2 febbraio.

Il Vangelo di Luca narra che i genitori di Gesù, quando compì 40 giorni, lo portarono al Tempio per offrire in sacrificio una coppia tortore o di giovani colombi, come prevedeva la legge mosaica per la «purificazione» della madre di un maschio primogenito, nel caso di una famiglia povera, qual era quella del falegname di Nazaret: «Se non ha mezzi da offrire un agnello, prenderà due tortore o due colombi: uno per l’olocausto e l’altro per il sacrificio espiatorio» (Lv 12, 8).

Nel Tempio di Gerusalemme Maria e Giuseppe, sempre secondo il racconto di Luca, incontrarono Simeone: «un uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele». E dalle parole di Simeone, che benedice Dio alzando il bambino tra le braccia, si ricava la spiegazione dell’uso delle candele: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Le candele sono dunque simbolo di Cristo, «luce per illuminare le genti».

A Milano, all’interno del Grande Museo del Duomo, tra le sale del Tesoro, si conserva l’icona della «Madonna dell’Idea» (che probabilmente sta per «eidon», dal greco: «immagine»), preziosa opera di Michelino da Besozzo, capolavoro del Quattrocento. Sulla tavola è raffigurata, da un lato, la «Madonna con Bambino in trono» attorniata da angeli, e dall’altro appunto la «Presentazione di Gesù al Tempio».

Anticamente a Milano il 2 febbraio si svolgeva una processione che prevedeva il trasporto dell’arca della «Madonna dell’Idea» dalla basilica di Santa Maria Maggiore alla Chiesa di Santa Maria Beltrade. Il rito è narrato nel testo trecentesco Beroldus sine ecclesiae ambrosianae mediolanensis Kalendarium et ordines saec. XII ed è raffigurato in un prezioso bassorilievo risalente alla II metà del XII sec., ora al Museo Archeologico del Castello Sforzesco.

Oggi la processione nel Duomo di Milano parte dall’altare della Madonna dell’Albero: qui vengono benedette le candele distribuite ai canonici e ai fedeli. Anche sulla sommità a cuspide dell’Idea viene acceso un grosso cero. Al termine della benedizione delle candele e della processione con l’icona della Madonna dell’Idea, l’arcivescovo Mario Delpini ha presieduto alle 17.30 l’eucarestia nella Festa della Presentazione del Signore, che coincide con la Giornata mondiale della Vita consacrata, alla presenza dei consacrati della diocesi di Milano.

Tradizionalmente la processione della Candelora era considerata la festa della fine dell’inverno e i milanesi, guardando il cielo, cercavano di pronosticare quanto lontana fosse la primavera: «A la Candelora de l’inverna semm foera, ma se pioeuv o tira vent per quaranta dì semm dent». Insomma, se il tempo è brutto il 2 febbraio, per altri quaranta giorni c’è poco da sperare.

Fonte Milano corriere