L’avvento – significato storia attualità

Questo termine significa: venuta, o verso la venuta. Deriva dal verbo venire. Il tempo di Avvento segna anche l’inizio del nuovo Anno liturgico.

Nel linguaggio religioso del paganesimo, adventus indicava la venuta periodica di Dio e la sua presenza  nel tempio. Significava, dunque: ritorno, o anniversario.

Dal punto di vista cristiano, il termine adventus  ha un duplice significato, indica le due venute di Gesù. La prima è la venuta storica di Gesù a Betlemme, la seconda venuta sarà quella alla fine dei tempi. Queste due venute sono considerate come un’unica venuta, sdoppiata in due tappe. Questa duplice dimensione di attesa caratterizza tutto l’Avvento.

 (Vedi anche la Novena di Natale)

     Nella Storia:

 

L’Avvento è il tempo liturgico che precede, come preparazione, la festa di Natale. Sorse nel secolo IV con una durata di tre settimane, su imitazione della Quaresima, o delle tre settimane di preparazione alla Pasqua, richieste per i catecumeni.

 Profeta Isaia  Siccome la venuta di Cristo fu annunciata dai profeti, preparata dal Precursore, e compiuta dalla Vergine Maria, sono tre le figure centrali dell’Avvento: Isaia, Giovanni Battista e Maria. Durante tutto l’Avvento, tempo di speranza e di preparazione, si legge il libro di Isaia. La seconda e la terza domenica sono centrate sulla persona e sull’opera del Battista. Gli ultimi otto giorni di questo tempo sono dedicati a Maria, la Madre di Gesù, che visse intensamente l’Avvento durante i nove mesi in cui portò Gesù nel suo grembo. 

Nel IV secolo il tempo   pasquale e quaresimale avevano già assunto una configurazione vicinissima a quella attuale.

L’origine del tempo di Avvento è più tardiva, infatti viene individuata tra il IV e il VI secolo. La prima celebrazione del Natale a Roma è del 336, ed è proprio verso la fine del IV secolo che si riscontra in Gallia e in Spagna un periodo di preparazione alla festa del Natale.

Per quanto la prima festa di Natale sia stata celebrata a Roma, qui si verifica un tempo di preparazione solo a partire dal VI secolo. Senz’altro non desta meraviglia il fatto che l’Avvento nasca con una configurazione simile alla quaresima, infatti la celebrazione del Natale fin dalle origini venne concepita come la celebrazione della risurrezione di Cristo nel giorno in cui si fa memoria della sua nascita. Nel 380 il concilio di Saragozza impose la partecipazione continua dei fedeli agli incontri comunitari compresi tra il 17 dicembre e il 6 gennaio.

In seguito verranno dedicate sei settimane di preparazione alle celebrazioni natalizie. In questo periodo, come in quaresima, alcuni giorni vengono caratterizzati dal digiuno. Tale arco di tempo fu chiamato “quaresima di s. Martino”, poiché il digiuno iniziava l’11 novembre. Di ciò è testimone s. Gregorio di Tours, intorno al VI secolo. 

 

 

 

     Secondo Avvento di Gesù:  la venuta del Cristo della gloria, il Re !

 

Il secondo avvento di Gesù nella gloria, può avvenire in qualunque momento della storia, e a partire dalla sua Ascensione   sono cominciati i cosiddetti “ultimi tempi”, il suo ritorno dunque è sempre da considerarsi  imminente.

Dopo l’Ascensione, la venuta di Cristo nella gloria è imminente (cf Ap 22,20), anche se non spetta a noi ” conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta ” (At 1,7; cf Mc 13,32). Questa venuta escatologica può compiersi in qualsiasi momento (cf Mt 24,44; 1 Ts 5,2) .

Prima avverrà il riconoscimento del Messia da parte di ” tutto Israele “.

La venuta del Messia glorioso è sospesa in ogni momento della storia al riconoscimento di lui da parte di ” tutto Israele ” (Rm 11,26; Mt 23,39) a causa dell'” indurimento di una parte ” (Rm 11,25) nella ” Mancanza di fede ” verso Gesù (cf Rm 11,20).

Sempre prima dell’Avvento di Cristo si verificheranno: la prova finale per la sua Chiesa scossa nella fede di molti, l’impostura del ” mistero d’iniquità “, l’ ” Anticristo ” e il falso messianismo, con apostasia della verità e autoglorificazione dell’uomo di fronte a Dio.

Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti (cf Lc 18,8; Mt 24,12). La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra (cf Lc 21,12; Gv 15,19-20) svelerà il ” Mistero di iniquità ” sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne (cf 2 Ts 2,4-12; 1 Ts 5,2-3; 2 Gv 7; 1 Gv 2,18.22).

La Chiesa raggiungerà il regno, non attraverso un trionfo storico, ma per la vittoria di Dio sul male e dopo aver seguito il Signore nella sua morte e risurrezione.

La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest’ultima Pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e Risurrezione (cf Ap 19,1-9). Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa (cf Ap 13,8) secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male (cf Ap 20,7-10) che farà discendere dal cielo la sua Sposa (cf Ap 21,2-4). Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà la forma dell’ultimo Giudizio (cf Ap 20,12) dopo l’ultimo sommovimento cosmico di questo mondo che passa (cf 2 Pt 3,12- 13).

 

 L’attuale celebrazione dell’Avvento

 

Il Tempo di Avvento comincia dai primi Vespri della domenica successiva alla festa di Cristo Re (nell’attuale disposizione delle festività), che è l’ultima domenica dell’anno liturgico, e termina prima dei primi Vespri di Natale. E’ caratterizzato da un duplice itinerario della Parola: domenicale e feriale.

1. Il tempo festivo dell’avvento: le domeniche

Le letture del Vangelo hanno nelle singole domeniche una loro caratteristica propria: si riferiscono alla venuta del Signore alla fine dei tempi (I domenica), a Giovanni Battista (II e III domenica); agli antefatti immediati della nascita del Signore (IV domenica). Le letture dell’Antico Testamento sono profezie sul Messia e sul tempo messianico, tratte soprattutto dal libro di Isaia. Le letture dell’Apostolo contengono esortazioni e annunzi, in armonia con le caratteristiche di questo tempo.

2. Il tempo feriale dell’Avvento

Si ha una duplice serie di letture: una dall’inizio dell’Avvento fino al 16 dicembre, l’altra dal 17 al 24. Nella prima parte dell’Avvento si legge il libro di Isaia, secondo l’ordine del libro stesso, non esclusi i testi di maggior rilievo, che ricorrono anche in domenica. La scelta dei Vangeli di questi giorni è stata fatta in riferimento alla prima lettura. Dal giovedì della seconda settimana cominciano le letture del Vangelo su Giovanni Battista; la prima lettura è invece o continuazione del libro di Isaia, o un altro testo, scelto in riferimento al Vangelo. Nell’ultima settimana prima del Natale, si leggono brani del Vangelo di Matteo (cap. 1) e di Luca (cap. 1) che propongono il racconto degli eventi che precedettero immediatamente la nascita del Signore. Per la prima lettura sono stati scelti, in riferimento al Vangelo, testi vari dell’Antico Testamento, tra cui alcune profezie messianiche di notevole importanza.

 

      Tempo di Avvento, tempo di novene…

 

La Novena dell’Immacolata  

Più o meno in concomitanza con l’inizio dell’Avvento, inizia anche la novena all’Immacolata la cui festa si celebra com’è noto l’8 dicembre. La sua novena inizia il 29 novembre, appunto nove giorni prima della festa.


La Novena di Natale

Il tempo di Avvento guida il cristiano attraverso un duplice itinerario: “È tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini e

 contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi” (Norme per l’anno liturgico e il calendario, 39: Messale p. LVI). Nella liturgia delle prime tre domeniche e nelle ferie sino al 16 dicembre si può notare l’insistenza sul tema della seconda venuta di Gesù alla fine dei tempi, mentre nei giorni compresi tra il 17 e il 24 tutta la liturgia è ormai tesa verso la celebrazione della nascita del Figlio di Dio. La novena di Natale cade pienamente nel secondo periodo dell’Avvento. Inizia infatti il 16 dicembre.

(è buona cosa iniziarla anche il 15, per lasciare la vigilia di Natale  libera per prepararsi alla Messa di Mezzanotte)

Le novene sono celebrazioni popolari che nell’arco dei secoli hanno affiancato le “liturgie ufficiali”. Esse sono annoverate nel grande elenco dei “pii esercizi”. “I pii esercizi – afferma J. Castellano – si sono sviluppati nella pietà occidentale del medioevo e dell’epoca moderna per coltivare il senso della fede e della devozione verso il Signore, la Vergine, i santi, in un momento in cui il popolo rimaneva lontano dalle sorgenti della bibbia e della liturgia o in cui, comunque, queste sorgenti rimanevano chiuse e non nutrivano la vita del popolo cristiano”.

La novena di Natale, pur non essendo “preghiera ufficiale” della Chiesa, costituisce un momento molto significativo nella vita delle nostre comunità cristiane. Proprio perché non è una preghiera ufficiale essa può essere realizzata secondo diverse usanze, ma un indiscusso “primato” spetta alla novena tradizionale, nella notissima melodia gregoriana nata sul testo latino ma diffusa anche nella versione italiana curata dai monaci benedettini di Subiaco.

Le Novene nella loro struttura celebrativa rivestono sempre una genuina caratteristica di “popolarità”, ma oltre ad essa sarebbe bene conservassero anche la dimensione ecclesiale e spirituale

 2. Recupero della dimensione celebrativa

La novena di Natale è molto vicina alla celebrazione dei vespri. Va pertanto realizzata attraverso una saggia utilizzazione dei simboli della preghiera serale: la luce e l’incenso.  È bene che vi sia una proclamazione della parola e una breve riflessione. L’intervento in canto dell’assemblea va preparato e guidato. È utile ricordare che l’esposizione del SS. Sacramento col solo scopo di impartire la benedizione eucaristica – usanza frequente nelle novene di Natale è vietata (Rito del culto eucaristico n. 97).

3. Recupero della dimensione spirituale

La novena di Natale è una “antologia biblica” ricca di nutrimento per lo spirito. È quindi l’occasione per proporre non una spiritualità devozionale ma ispirata profondamente dalla Parola di Dio. Non è l’occasione per fare “bel canto” ma per lasciarsi coinvolgere esistenzialmente dalla Parola di Dio cantata.

Fonte: ESSERE CRISTIANI WEB