Mercoledì della VI settimana di Pasqua
Atti degli Apostoli 17,15.22-34.18,1.
Allora Paolo, alzatosi in mezzo all’Areòpago, disse: “Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dei.
Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un’ara con l’iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio.
Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell’uomo
né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa.
Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio,
perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi.
In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo.
Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all’oro, all’argento e alla pietra, che porti l’impronta dell’arte e dell’immaginazione umana.
Dopo esser passato sopra ai tempi dell’ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi,
poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti”.
Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo deridevano, altri dissero: “Ti sentiremo su questo un’altra volta”.
Così Paolo uscì da quella riunione.
Ma alcuni aderirono a lui e divennero credenti, fra questi anche Dionigi membro dell’Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro.
Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corinto.
Salmi 148(147),1-2.11-12ab.12c-14a.14bcd.
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere. I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le fanciulle,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore. Solo il suo nome è sublime,
la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli.
Egli ha sollevato la potenza del suo popolo.
È canto di lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli di Israele, popolo che egli ama.
Alleluia.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 16,12-15.
Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà».
Lo Spirito condurrà i nostri passi
La potenza divina contiene l’integralità della santità. Conforta in tutti i modi lo spirito interiore dell’uomo che si unisce a Dio. Fa gustare i doni mistici dello Spirito Santo a chi è sul punto di cadere nel torpore. Allora l’uomo si divincola dal torpore, si sveglia e tende con tutte le forze alla giustizia. Spesso quest’operazione è una lotta penosa per lo spirito poiché il corpo, pur costretto all’obbedienza dalla volontà divina, è appena capace di fare il bene. Troppo spesso cede ai desideri della carne, che è la sua dimora: perciò i doni di Dio si scontrano con la resistenza della volontà umana. Dio che mi ha creata, che è Signore e che ha ogni potere su di me, è la mia forza. Senza di lui sono incapace di qualsiasi bene, poiché è lui che mi comunica lo spirito di vita, sorgente della mia vita, del movimento che mi anima, ed è lui che mi orienta sulle vie che prendo: quando lo invoco in verità, come un cervo che desidera l’acqua viva, lui, Dio e Signore, si affretta a condurre i miei passi nei suoi comandamenti. Mi condurrà verso le vette che m’insegnano i suoi precetti, sottometterà i miei desideri terrestri con la sua forza vittoriosa ed io canterò senza fine le sue lodi nella beatitudine celeste.
Santa Ildegarda di Bingen (1098-1179)
badessa benedettina e dottore della Chiesa