Sacro Cuore di Gesù

Pompeo Batoni, Sacro Cuore di Gesù, olio su rame, 1767, chiesa del Gesù, Roma.

Il Sacro Cuore di Gesù è il cuore di Gesù a cui i cristiani della Chiesa cattolica rendono culto. Al cuore di Gesù la Chiesa cattolica rende culto di latria (culto di adorazione) intendendo onorare:

  • uno degli organi della sua umanità, che, per l’intima unione con la Divinità, ha diritto all’adorazione;
  • l’amore del Salvatore per gli uomini, di cui è simbolo il suo cuore.

Per tali ragioni, esso è rappresentato incoronato di spine, sovrastato dalla croce e ferito dalla lancia in eterna memoria del più alto gesto d’amore: il sacrificio di Cristo per la salvezza dell’uomo; è infine circondato dalle fiamme in riferimento all’ardore misericordioso che Cristo prova per i peccatori.

Sviluppo della devozione

« Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per la vostre anime. »
(Vangelo di Matteo 11,28-29.)

I primi impulsi alla devozione del Sacro Cuore di Gesù provengono dalla mistica tedesca del tardo medioevo, in modo particolare da Matilde di Magdeburgo (1207-1282), Matilde di Hackenborn (1241-1299), Gertrude di Helfta (ca. 1256-1302) ed Enrico Suso (1295-1366). Tuttavia la grande fioritura della devozione si ebbe nel corso del XVII secolo, prima ad opera di Giovanni Eudes (1601-1680), poi per le rivelazioni private della visitandina Margherita Maria Alacoque, diffuse da Claude La Colombière (1641-1682) e dai suoi confratelli della Compagnia di Gesù. La beata Maria del Divin Cuore, contessa Droste zu Vischering, dotata di doni mistici, ispirò il Papa Leone XIII a promulgare l’enciclica Annum Sacrum, con cui si effettuava la consacrazione del genere umano al Sacro Cuore di Gesù.

Durante il XVIII secolo si accese un forte dibattito circa l’oggetto di questo culto: nel 1765 la Congregazione dei Riti affermò essere il cuore carneo, simbolo dell’amore. I giansenisti interpretarono questo come atto di idolatria, ritenendo essere possibile un culto solo al cuore non reale, ma metaforico; papa Pio VI, nella bolla Auctorem fidei, confermò la dichiarazione della Congregazione notando che si adora il cuore “inseparabilmente unito con la Persona del Verbo”.

Importanti nello sviluppo della devozione al Sacro Cuore sono tre encicliche: Annum Sacrum di Leone XIII, Miserentissimus Redemptor di Pio XI e soprattutto Haurietis Aquas di Pio XII.